Satira indice di Democrazia

Come afferma Grillo i giornalisti sono coperti dal cappello di qualche forza politica. Censurati, minacciati e corrotti. Intimidati come Don Abbondio dai Bravi. E quelli che hanno più autorevolezza e potere sono tutti "Yes man".
La stampa estera ci guarda stupita. Chiedendosi se una situazione simile è possibile in uno Stato membro del G8 e che si dichiara democratico. Dove la Costituzione viene calpestata giorno dopo giorno senza che nessuno dica niente. Dove si ci scandalizza se una velina lascia un calciatore ma non se si minano i diritti che stanno alla base di una Democrazia.
Siamo diventati vittime della disinformazione. La televisione è la realtà e la realtà è diventata finzione. Crediamo a ciò che ci viene detto ma non a ciò che vediamo coi nostri occhi. I giornalisti ripudiano i comici perchè questi si sono messi a fare informazione, a dire la verità. Sono scomodi megafoni del circo mediatico. Lunga è la lista dei censurati, o meglio, epurati: Grillo, Luttazzi, Rossi, Guzzanti...
Questa diffidenza verso la satira deve farci riflettere. Perchè una Democrazia sana e forte non ne ha paura. Perchè è consapevole dei suoi diritti e del fatto che chi governa lo fa in buona fede negli interessi della nazione. I politici obbiettano che chi fa satira non deve fare politica. Uccidendo così la stessa satira che, per sua natura generalmente, si intende indiscriminatamente, qualsiasi attacco letterario o artistico a personaggi detentori del potere politico, sociale o culturale, o più genericamente vi si include qualsiasi critica al potere svolta in forma almeno salace. La Prima sezione penale della Corte di Cassazione ha addirittura, nel 2006, dato una definizione giuridica del termine satira:
"È una manifestazione del pensiero talora di altissimo livello che nei tempi si è addossata il compito di castigare 'ridendo mores', ovvero di indicare alla pubblica opinione aspetti criticabili o esecrabili delle persone al fine di ottenere, mediante il riso suscitato, un esito finale di carattere etico, correttivo cioe' verso il bene".
2400 anni fa la satira era libera, oggi no. Questa non è evoluzione è involuzione.
Questo non è un discorso politico. E' un discorso di libertà.